CARLO FORESTA: CRIOCONSERVAZIONE, TUTTO CIÒ CHE DEVI SAPERE

La crioconservazione dei gameti maschili (spermatozoi) permette agli uomini con sindrome di Klinefelter di utilizzare i propri spermatozoi, recuperati nella maggior parte dei casi con intervento chirurgico (TESE o MicroTESE), per avere la possibilità di accedere successivamente, anche a distanza di anni, a tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita – PMA OMOLOGA.
Ma in cosa consiste esattamente questa possibilità?

Ne abbiamo parlato con il Prof. Carlo Foresta, che come molti sanno è uno specialista esperto impegnato da sempre nel campo dell’ Endocrinologia e dell’Andrologia.

Tra i suoi attuali incarichi ricordiamo che oltre ad essere il Responsabile del Centro Regionale di Crioconservazione dei Gameti Maschili dell’Azienda Ospedale-Università di Padova, è anche Componente del Consiglio Superiore di Sanità (CSS), Professore Ordinario di Endocrinologia Università degli Studi di Padova, Direttore UOC di Andrologia e Medicina della Riproduzione Umana dell’ Azienda Ospedaliera di Padova, Coordinatore della Commissione Nazionale PMA nell’Ambito delle Commissioni Tecniche Stato-Regioni e Membro dell’Accademia Italiana della Salute della coppia della Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità.

Quanto più un medico è esperto e competente, tanto più autorevoli e comprensibili a tutti sono le sue risposte che i nostri lettori potranno apprezzare.


1.Buongiorno Prof. Foresta, spiega cos’è la crioconservazione degli spermatozoi?
La crioconservazione è una tecnica di preservazione della fertilità che consiste nel mantenere il più possibile inalterata la struttura degli spermatozoi per un tempo indefinito, utilizzando l’azoto liquido (-196 C).

2.Come avviene la crioconservazione degli spermatozoi?
Gli spermatozoi vengono diluiti con un “crioprotettore” contenente glicerolo e antibiotici.
La soluzione cosi ottenuta viene inserita all’interno delle paillettes, dei tubicini capillari che verranno esposti prima ai fumi dell’azoto per 30 minuti e poi immersi nell’azoto liquido.

3.Quali sono i rischi della crioconservazione degli spermatozoi?
Il rischio è correlato al congelamento e scongelamento degli spermatozoi che può comportare un danno alla struttura dello spermatozoo.
Questa è la ragione per la quale più spermatozoi si riescono a crioconservare, più ci sono possibilità di ritrovare spermatozoi “buoni” per le tecniche di fecondazione in vitro.

5.Esiste una data di scadenza entro la quale gli spermatozoi crioconservati devono essere utilizzati ?
Attualmente i dati in nostro possesso fanno presupporre che si possano mantenere all’infinito o comunque sono state riportate gravidanze con l’utilizzo di cellule congelate da oltre 30 anni.

6.La crioconservazione degli spermatozoi dei pazienti con sindrome di Klinefelter richiede una procedura particolare ?
No, gli spermatozoi dei pazienti Klinefelter seguono lo stesso percorso dei gameti dei pazienti infertili.

7.I gameti di persone con sindrome di Klinefelter hanno differenti possibilità di sopravvivenza dopo lo scongelamento rispetto ad altri uomini ?
No, gli spermatozoi dei pazienti Klinefelter sono strutturalmente uguali agli altri spermatozoi e subiscono lo stesso danno da congelamento/scongelamento.

8.In qualità di esperto per la sindrome di Klinefelter ritiene che la modalità di recupero degli spermatozoi (TESE o MicroTESE) possa influire in qualche misura ai fini della crioconservazione ?
No. Quando i volumi testicolari sono molto piccoli le due procedure si equivalgono.

9.Quali sono le procedure e le tecniche di trasporto affinché gli spermatozoi in crioconservazione possano giungere in perfette condizioni al Centro di PMA di utilizzo che può distare anche diverse centinaia di chilometri ?
Il trasporto dei gameti avviene tramite l’utilizzo di un criocontenitore che mantiene la temperatura corretta per almeno 48h.

10.Chi si occupa materialmente del trasporto ?
Il paziente può ritirare in autonomia il proprio materiale avvalendosi di un criocontenitore che forniremo noi e che dovrà restituire.
Può avvalersi anche di ditte di trasporto ma, nel caso del nostro Centro, richiediamo che sia presente anche il paziente al momento della consegna dei gameti alla ditta trasportatrice.

11.Annualmente quali sono i costi che deve sostenere il paziente per la crioconservazione dei propri spermatozoi presso il Centro di sua competenza ?
Il mantenimento annuale è coperto dal SSN con l’utilizzo del codice di esenzione per malattia cronica.

12.Nel Centro da Lei diretto, quale è il percorso di “presa in carico” quando una persona con Sindrome di Klinefelter vi contatta per il recupero chirurgico e successiva crioconservazione degli spermatozoi ?
Il paziente deve prenotare una visita presso il nostro Centro previa prescrizione medica per visita andrologica chiamando lo 0498218398. A partire dalla prima visita il paziente viene preso in carico da un nostro medico specialista che in caso di azoospermia confermata procede ad inserire il paziente nella lista di attesa per biopsia testicolare. Successivamente il paziente sarà contattato dall’Unità di Urologia dell’Università di Padova per eseguire esegue una valutazione e gli esami preliminari all’intervento. Successivamente, il paziente farà un day hospital durante il quale verrà eseguita la biopsia ed il campione prelevato (uno per testicolo) sarà inviato al laboratorio del Prof. Foresta per la ricerca di spermatozoi e l’eventuale crioconservazione.

13.Quanti pazienti con sindrome di Klinefelter si rivolgono mediamente ogni anno al Centro da Lei diretto ?
Ogni anno circa 20 nuovi pazienti si rivolgono al nostro centro per eseguire la biopsia testicolare.

14.Considerando il forte legame collaborativo con i responsabili del reparto di chirurgia testicolare, nello specifico, riferendoci ai maschi con sindrome di Klinefelter. avete individuato un’età massima e/o altre condizioni per le quali è sconsigliato l’intervento di biopsia testicolare per la ricerca e il recupero degli spermatozoi ?
Nonostante a livello internazionale si ritenga che vi sia maggior probabilità di recuperare spermatozoi nei soggetti giovani, ad oggi il nostro Centro non ha individuato un’età massima oltre la quale non vale la pena di effettuare la biopsia testicolare.

15.In questo periodo caratterizzato dalla pandemia covid-19, viene utilizzata dal vostro Centro un servizio di TELEMEDICINA, come primo approccio tecnico e psicologico?
Per l’attività di crioconservazione, abbiamo riservato la telemedicina solo agli aspetti di invio degli esami preliminari ed alla comunicazione dell’esito della biopsia.

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Intervista gentilmente rilasciata dal Prof. Carlo Foresta – medico specialista in Endocrinologia e Andrologia al Gruppo SVITATI 47

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